A cura di Pietro Magrin – Amministratore Delegato | Dipartimento Corporate & Finance

Le piccole e medie imprese italiane, hanno affrontato le sfide che riguardano la loro crescita e sviluppo più recenti, anche con relativi successi, con strumenti finanziari ormai non adeguati ai tempi per altro non raggiungendo spesso le ottimali necessità finanziarie per reggere la competitività che i mercati globali oggi richiedono.

Impegnate nei necessari processi di innovazione interna e di acquisizioni esterne oltre che nei complessi processi di internazionalizzazione, le nostre PMi si affidano ancora in maniera rilevante al debito bancario e al ricorso molte volte non sufficiente all’autofinanziamento.

Anche se negli ultimi tempi il livello di patrimonializzazione è certamente salito, la dipendenza dal debito bancario è strutturalmente orientata ad esposizione di breve termine, preferite dal sistema del credito italiano, ma non funzionali alle strategie aziendali intraprese e coerenti con i relativi obiettivi ad esse collegati.

Chi e deputato a gestire la finanza in azienda deve quindi necessariamente rivolgersi a strumenti qualitativamente diversi realizzando una diversificazione delle fondi di approvvigionamento  e ripensando la propria struttura finanziaria.

Lo sforzo da compiersi riguarda in primis l’identificazione degli obiettivi dell’impresa considerando il tempo necessario per la loro realizzazione e per dispiegarne gli effetti. A questo punto sarà la predisposizione di un piano finanziario il passaggio decisivo per collegare le strategie aziendali prescelte e il tempo necessario a produrre i relativi flussi di cassa, con gli strumenti finanziari adeguati. In questo modo si eviterà che i piani di rimborso del capitale siano messi a repentaglio da un eccessivo fabbisogno  finanziario allorquando le strategie intraprese non stiano ancora producendo i risultati previsti.

Sta nella scelta dei possibili strumenti finanziari disponibili sul mercato la seconda valutazione da compiere. Si diceva sopra che il sistema bancario, schiacciato da stringenti parametri patrimoniali imposti dai regolatori europei, è per lo più favorevole ad impieghi di breve e medio periodo e l’eccesiva dipendenza delle PMI da tali logiche non sembra essere una scelta appropriata e volta a scongiurare il pericolo che l’utilizzo di prodotti bancari tradizionali può comportare in termini di mancata diversificazione delle fonti di finanziamento.

Possiamo, quindi, passare a considerare gli strumenti finanziari utilizzabili, nelle classiche due categorie degli strumenti di debito e nell’equity, accessibili agevolmente oggi anche da parte di quelle realtà aziendali di più ridotte dimensioni che fino a poco tempo fa vedevano precluso l’accesso a tali soluzioni.

Da qualche anno infatti è a disposizione delle PMI l’opportunità di ricorrere al mercato del debito non bancario, con la strutturazione di apposite emissioni obbligazionarie (c.d. Minibond) da quotarsi eventualmente su uno specifico segmento di Borsa Italiana e collocarsi presso investitori istituzionali. Si concretizza, quindi, una possibile sostituzione del debito di origine bancaria con una diversa modulazione della curva delle scadenze dei propri impegni finanziari allungandola opportunamente. I tassi delle emissioni così realizzate e i relativi costi di strutturazione appaiono quindi più sostenibili nel tempo per l’azienda, senza considerare che pongono questa al riparo dalle variazioni del contesto macroeconomico e dalle conseguenti variazioni dei tassi di mercato che il credito bancario ribalta immediatamente sui propri clienti. Con tutto beneficio per la programmazione finanziaria ed operativa.

Quanto agli strumenti di equity, il rafforzamento patrimoniale raggiungibile tramite operatori di mercato istituzionali impone invece alla proprietà una importante riflessione circa la governance aziendale, alla sua organizzazione e non da ultimo al processo di managerializzazione. Gli sbocchi possono essere l’ingresso di fondi specializzati nella struttura di capitale, oppure la quotazione in Borsa.

Prima Fiduciaria, attraverso la propria divisione Corporate & Finance, aiuta le PMI ad operare un vero e proprio passaggio culturale preliminare, accompagnandole poi con la propria assistenza verso la strutturazione di prodotti di debito o verso la ricerca mirata dell’equity necessario.